Guarda il servizio su Bernardo Provenzano e rispondi alle domande:
1) Che cosa significa “Piegati giunco ché passa la piena”?
2) Quali sono state le conseguenze della politica di Totò
Riina all’interno di Cosa Nostra?
3) Che cosa hanno in comune Don Vito Cascioferro, Calogero
Vizzini e Lucky Luciano?
4) Bernardo Provenzano (BP) è una persona istruita?
5) Che cosa è successo il 9 maggio 1963?
6) Come è stato ottenuto l’identikit di BP?
7) Che cosa è successo il 31 ottobre 1995?
8) Come è la salute di BP?
9) Come dobbiamo interpretare il rimborso dell’intervento
chirurgico subito da BP?
10) BP è diffidente della tecnologia?
11) Qual è il futuro della Cosa Nostra dopo la cattura di
BP?
12) Spiega i seguenti termini ed espressioni:
a. il suo braccio destro
b. era scomparso nel nulla dell’omertà mafiosa
c. sulla sua scia era rimasta soltanto una foto
d. una latitanza da record
13) Collega le seguenti parole con le definizioni adatte:
braccare – degenza
– ergastolo – resa - sparatoria - stragismo
...............(1)............. nel linguaggio giornalistico, la pratica terroristica di
provocare attentati e stragi al fine di destabilizzare la situazione politica
..............(2).............. l'arrendersi al nemico: intimare la ___ ; ___
incondizionata; una ___ onorevole
...............(3)............. il periodo trascorso a letto per malattia o in un luogo di
cura: una ___ di otto giorni in ospedale
.............(4)............... fitto e continuo susseguirsi di spari; scambio di colpi
d'arma da fuoco
...............(5)............. pena detentiva a vita, prevista dal codice penale per i
delitti più gravi, alla quale, dopo ventisei anni, può essere posto termine
con la liberazione condizionale
............(6)................ (fig.) cercare ostinatamente qualcuno che si nasconde,
inseguirlo senza dargli tregua
Leggi la trascrizione e verifica le tue risposte
“Calati
juncu ca passa la china”. Piegati giunco ché passa la piena è la regola che
Bernardo Provenzano ha imposto a tutti i padrini. I giunchi sono i mafiosi e la
piena rappresenta le forze dell’ordine, secondo quest’antica legge della mafia.
E i giunchi mafiosi devono stare chinati ad attendere anche per anni, se fosse
necessario. Tutto il contrario di ciò che ha fatto Totò Riina che ha guidato la
Cosa nostra verso lo stragismo, verso le bombe di Capaci e via d’Amelio, cioè verso
il massimo della visibilità, esponendola agli arresti, alla reazione dello
Stato. Dopo la cattura di Riina, Bernardo Provenzano ha portato la Cosa nostra
in immersione rapida, facendo riconquistare ai mafiosi l’invisibilità dei
grandi padrini, come Don
Vito Cascioferro, Calogero Vizzini e Lucky Luciano. L’invisibilità ovvero la
regola aurea della mafia, necessaria per garantire gli affari del crimine.
Cultura Provenzano non ne ha
o almeno non ha quella che si impara nelle scuole, dato che non ha finito la
seconda elementare. Possiede però quella particolare cultura mafiosa che si
trasmette di generazione in generazione all’interno delle famiglie e che gli ha
garantito la capacità di gestire una latitanza da record, nonostante alcuni
suoi uomini fidati, come il braccio destro Nino Giuffrè o come Mario Cusimano,
ormai collaborino con i magistrati.
Lo cercavano dal 9 maggio
1963: 42 anni, una vita. Dopo una violenta sparatoria tra i vicoli di Corleone
era scomparso nel nulla dell’omertà mafiosa. Sulla sua scia era rimasta solo
una foto scattata nel 1959 quando aveva 26 anni, poi invecchiata dalla Polizia
Scientifica. Quest’identikit, basato sulla vecchia foto, all’inizio del
2005 è stato poi modificato in base alle dichiarazioni dei nuovi pentiti,
mostrando un viso più magro e più sofferenze.
Finora Provenzano è stato
condannato a tre ergastoli con sentenze definitive. Nel 1992 ha rispedito a
Corleone la sua famiglia: i figli Angelo e Francesco Paolo e l’amatissima
moglie Saveria Benedetta Palazzolo. Con loro è sempre rimasto in contatto. Una
volta, mentre si spostava in macchina, è stato fermato dalla polizia ma non
riconosciuto. Il 31 ottobre 1995 stavano per catturarlo ad un vertice mafioso
in una masseria di Mezzojuso. Il mancato coordinamento tra le forze dell’ordine
ha fatto saltare l’operazione.
Nel 2000 Giovanni Brusca,
diventato un cosiddetto collaboratore, l’ha descrito ai magistrati molto magro,
sofferente, bisognoso di dialisi continue e di vari interventi chirurgici. Sono
risultate inutili tutti le irruzioni per catturarlo in case di cura
appartenenti agli amici degli amici. Ma la descrizione fatta da Brusca era
molto vicina alla realtà perché gli investigatori hanno scoperto che nel 2003
Provenzano è riuscito a farsi operare alla prostata a Marsiglia. Non solo. Durante la degenza nella
città francese è stato accompagnato dalla moglie, Saveria Benedetta, anche lei
sfuggita ai controlli. I due sono rimasti in Francia utilizzando documenti
falsi con i nomi di Gaspare Troia e di sua moglie Marianna. In più Provenzano è
riuscito anche a farsi rimborsare la fattura dell’operazione dalla Regione
Sicilia, da quasi 2000 euro. Un fatto difficile da interpretare perché non è
credibile che il boss dei boss abbia bisogno del rimborso di 2000 euro. Forse è
un messaggio mandato alle famiglie mafiose per dare visibilità alla sua
esistenza in vita. O forse un messaggio mandato addirittura allo Stato, quasi
come a voler trattare una resa perché troppo braccato dalle forze dell’ordine.
Troppo stanco e malato. Operazione alla prostata compiuta inoltre forse non a
caso a Marsiglia, dove storicamente la mafia siciliana ha contatti per il
traffico internazionale di droga con i cosiddetti clan dei marsigliesi.
Si dice che Provenzano odi
la tecnologia. In realtà semplicemente sa quanto cellulari e computer si
lascino dietro una sorta di bava elettronica, tracce che la Polizia Scientifica
è in grado di seguire fino alla cattura dei latitanti. Provenzano è riuscito a
guidare la Cosa nostra solo con i pizzini, con i piccoli foglietti che
riportavano i suoi ordini scritti. Il suo comando garantiva la Pax Mafiosa. Ora
si potrebbe riaprire nuovi scenari, due i principali. Il primo, senza la sua
guida, le guerre di mafia potrebbero riprendere. Oppure, dopo la lunga fase di
immersione che lui ha garantito, la Cosa nostra, che è e resta una società
segreta, potrebbe aver creato nuovi capi, conosciuti e riconosciuti dal mondo
sotterraneo della mafia, invisibili ancora per gli investigatori ma capaci di
garantire gli affari del crimine organizzato.
12. a. uomo di fiducia; b. per via della legge
del silenzio, nessuno rivelava dove si trovava; c. è scomparso senza
lasciare traccia tranne che una foto; d. nessun altro è riuscito a rimanere così a lungo in clandestinità
13. 1. stragismo; 2. resa; 3. degenza; 4. sparatoria; 5. ergastolo; 6. braccare
Nessun commento:
Posta un commento