domenica 25 settembre 2016

Chi è Bernardo Provenzano?



Guarda il servizio su Bernardo Provenzano e rispondi alle domande:







1) Che cosa significa “Piegati giunco ché passa la piena”?

2) Quali sono state le conseguenze della politica di Totò Riina all’interno di Cosa Nostra?

3) Che cosa hanno in comune Don Vito Cascioferro, Calogero Vizzini e Lucky Luciano?

4) Bernardo Provenzano (BP) è una persona istruita?

5) Che cosa è successo il 9 maggio 1963?

6) Come è stato ottenuto l’identikit di BP?

7) Che cosa è successo il 31 ottobre 1995?

8) Come è la salute di BP?

9) Come dobbiamo interpretare il rimborso dell’intervento chirurgico subito da BP?

10) BP è diffidente della tecnologia?

11) Qual è il futuro della Cosa Nostra dopo la cattura di BP?

12) Spiega i seguenti termini ed espressioni:

a. il suo braccio destro

b. era scomparso nel nulla dell’omertà mafiosa

c. sulla sua scia era rimasta soltanto una foto

d. una latitanza da record

13) Collega le seguenti parole con le definizioni adatte:

braccare – degenza – ergastolo – resa - sparatoria - stragismo


...............(1)............. nel linguaggio giornalistico, la pratica terroristica di provocare attentati e stragi al fine di destabilizzare la situazione politica


..............(2).............. l'arrendersi al nemico: intimare la ___ ; ___ incondizionata; una ___ onorevole 

 ...............(3)............. il periodo trascorso a letto per malattia o in un luogo di cura: una ___ di otto giorni in ospedale

.............(4)............... fitto e continuo susseguirsi di spari; scambio di colpi d'arma da fuoco

...............(5).............  pena detentiva a vita, prevista dal codice penale per i delitti più gravi, alla quale, dopo ventisei anni, può essere posto termine con la liberazione condizionale


............(6)................ (fig.) cercare ostinatamente qualcuno che si nasconde, inseguirlo senza dargli tregua


Leggi la trascrizione e verifica le tue risposte
 
“Calati juncu ca passa la china”. Piegati giunco ché passa la piena è la regola che Bernardo Provenzano ha imposto a tutti i padrini. I giunchi sono i mafiosi e la piena rappresenta le forze dell’ordine, secondo quest’antica legge della mafia. E i giunchi mafiosi devono stare chinati ad attendere anche per anni, se fosse necessario. Tutto il contrario di ciò che ha fatto Totò Riina che ha guidato la Cosa nostra verso lo stragismo, verso le bombe di Capaci e via d’Amelio, cioè verso il massimo della visibilità, esponendola agli arresti, alla reazione dello Stato. Dopo la cattura di Riina, Bernardo Provenzano ha portato la Cosa nostra in immersione rapida, facendo riconquistare ai mafiosi l’invisibilità dei grandi padrini, come Don Vito Cascioferro, Calogero Vizzini e Lucky Luciano. L’invisibilità ovvero la regola aurea della mafia, necessaria per garantire gli affari del crimine.

Cultura Provenzano non ne ha o almeno non ha quella che si impara nelle scuole, dato che non ha finito la seconda elementare. Possiede però quella particolare cultura mafiosa che si trasmette di generazione in generazione all’interno delle famiglie e che gli ha garantito la capacità di gestire una latitanza da record, nonostante alcuni suoi uomini fidati, come il braccio destro Nino Giuffrè o come Mario Cusimano, ormai collaborino con i magistrati.

Lo cercavano dal 9 maggio 1963: 42 anni, una vita. Dopo una violenta sparatoria tra i vicoli di Corleone era scomparso nel nulla dell’omertà mafiosa. Sulla sua scia era rimasta solo una foto scattata nel 1959 quando aveva 26 anni, poi invecchiata dalla Polizia Scientifica. Quest’identikit, basato sulla vecchia foto, all’inizio del 2005 è stato poi modificato in base alle dichiarazioni dei nuovi pentiti, mostrando un viso più magro e più sofferenze.

Finora Provenzano è stato condannato a tre ergastoli con sentenze definitive. Nel 1992 ha rispedito a Corleone la sua famiglia: i figli Angelo e Francesco Paolo e l’amatissima moglie Saveria Benedetta Palazzolo. Con loro è sempre rimasto in contatto. Una volta, mentre si spostava in macchina, è stato fermato dalla polizia ma non riconosciuto. Il 31 ottobre 1995 stavano per catturarlo ad un vertice mafioso in una masseria di Mezzojuso. Il mancato coordinamento tra le forze dell’ordine ha fatto saltare l’operazione.
Nel 2000 Giovanni Brusca, diventato un cosiddetto collaboratore, l’ha descrito ai magistrati molto magro, sofferente, bisognoso di dialisi continue e di vari interventi chirurgici. Sono risultate inutili tutti le irruzioni per catturarlo in case di cura appartenenti agli amici degli amici. Ma la descrizione fatta da Brusca era molto vicina alla realtà perché gli investigatori hanno scoperto che nel 2003 Provenzano è riuscito a farsi operare alla prostata a Marsiglia.  Non solo. Durante la degenza nella città francese è stato accompagnato dalla moglie, Saveria Benedetta, anche lei sfuggita ai controlli. I due sono rimasti in Francia utilizzando documenti falsi con i nomi di Gaspare Troia e di sua moglie Marianna. In più Provenzano è riuscito anche a farsi rimborsare la fattura dell’operazione dalla Regione Sicilia, da quasi 2000 euro. Un fatto difficile da interpretare perché non è credibile che il boss dei boss abbia bisogno del rimborso di 2000 euro. Forse è un messaggio mandato alle famiglie mafiose per dare visibilità alla sua esistenza in vita. O forse un messaggio mandato addirittura allo Stato, quasi come a voler trattare una resa perché troppo braccato dalle forze dell’ordine. Troppo stanco e malato. Operazione alla prostata compiuta inoltre forse non a caso a Marsiglia, dove storicamente la mafia siciliana ha contatti per il traffico internazionale di droga con i cosiddetti clan dei marsigliesi.
Si dice che Provenzano odi la tecnologia. In realtà semplicemente sa quanto cellulari e computer si lascino dietro una sorta di bava elettronica, tracce che la Polizia Scientifica è in grado di seguire fino alla cattura dei latitanti. Provenzano è riuscito a guidare la Cosa nostra solo con i pizzini, con i piccoli foglietti che riportavano i suoi ordini scritti. Il suo comando garantiva la Pax Mafiosa. Ora si potrebbe riaprire nuovi scenari, due i principali. Il primo, senza la sua guida, le guerre di mafia potrebbero riprendere. Oppure, dopo la lunga fase di immersione che lui ha garantito, la Cosa nostra, che è e resta una società segreta, potrebbe aver creato nuovi capi, conosciuti e riconosciuti dal mondo sotterraneo della mafia, invisibili ancora per gli investigatori ma capaci di garantire gli affari del crimine organizzato.

 
12. a. uomo di fiducia; b. per via della legge del silenzio, nessuno rivelava dove si trovava; c. è scomparso senza lasciare traccia tranne che una foto; d. nessun altro è riuscito a rimanere così a lungo in clandestinità 



13. 1. stragismo; 2. resa; 3. degenza; 4. sparatoria; 5. ergastolo; 6. braccare 














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