- Guarda il video e rispondi alle domande:
1. A che cosa fanno riferimento le seguenti cifre e percentuali?
a. 94% b.
92% c.
83% d.
4 mln
2. Il pennellificio in provincia di Mantova: quale problema
deve affrontare e come lo risolve?
3. Indica le percentuali corrispondenti ai seguenti dati:
a. esportazioni di alta tecnologia: …
(Italia) …
(Germania)
b. imprese fra 10 e 50 addetti: … (Italia) …
(Germania)
4. Che cosa produce l’impresa di Gallarate? Con chi
collabora? È abituale questo genere di collaborazione? E in Germania?
5. Qual è il mercato di sbocco della produzione della terza
impresa citata nel servizio?
6. Perché l’Italia ha perso quote di mercato tra il 2000 e
il 2010?
7. Che cosa accade nel settore servizi?
- Se ne hai bisogno, clicca sui seguenti termini per leggere le loro definizioni:
- Trascrizione:
Probabilmente questa è l’immagine che evoca la
parola industria: una grande linea di montaggio con centinaia di addetti.
Tuttavia la realtà italiana è molto diversa per il 94% fatta di piccolissime
imprese con meno di 10 addetti. Superiamo la media europea che è del 92% e di
gran lunga la Germania, che ha l’83% di piccole imprese. In Italia se ne
contano quasi 4 milioni.
- Siamo andati a visitare alcune di queste piccole
imprese per capirne i punti di forza e di debolezza. Prima tappa: un pennellificio
in provincia di Mantova.
Un’impresa familiare: i genitori e due figli. Un
prodotto: i pennelli per l’edilizia. Un ‘oggetto non molto sofisticato
tecnologicamente. E un problema: la concorrenza di Paesi come la Cina, dove il
costo del lavoro è molto più basso. Sorpresa, ecco la soluzione: un sistema di
automazione molto spinto. In breve si caricano setole, ghiere, manici in
appositi contenitori. E la macchina fa tutto il resto: imbustatura ed
etichettatura comprese.
- Questo è il segreto per resistere alla concorrenza
dei cinesi, è così?
- Sì, noi con questo macchinario riusiamo a produrre 1200 pennelli all’ora solamente con l’ausilio di 2 persone. Riusciamo a tirare fuori diversi tipi di pennelli sia manico plastica sia manico legno. E confrontandoli con quelli esteri, cinesi e così, ecco riusciamo ad avere un prodotto di qualità superiore a un prezzo competitivo.
- Sì, noi con questo macchinario riusiamo a produrre 1200 pennelli all’ora solamente con l’ausilio di 2 persone. Riusciamo a tirare fuori diversi tipi di pennelli sia manico plastica sia manico legno. E confrontandoli con quelli esteri, cinesi e così, ecco riusciamo ad avere un prodotto di qualità superiore a un prezzo competitivo.
Di solito si pensa che le piccole imprese facciano
poca innovaziona e ricerca perché non hanno i soldi per pagarsela ma in questo
caso un’innovazione, e anche molto efficace, c’è stata. Quest’altra linea, dove
pennelli più grandi vengono in parte fatti a mano, sarà presto completamente
automatizzata.
- Per molte piccole imprese italiane che lavorano in
questo settore a media e bassa tecnologia il rischio della concorrenza dei
Paesi emergenti rimane comunque molto forte. Questo lo si capisce anche
guardando le esportazioni italiane, che sono solo al 50% di alta tecnologia
contro oltre il 70% della Germania.
Seconda tappa: un’impresa un po’ più grande con una
trentina di addetti. In Italia le imprese tra i 10 e i 50 dipendenti sono il
5%; in Germania, il 14%. Qui il prodotto è più sofisticato: speciali bilance
per uso industriale o per particolari applicazioni, ad esempio questa bilancia
portatile destinata alla polizia per pesare, come dire, al volo, in qualsiasi
situazione, furgoni, TIR e camion. In quest’impresa di Gallarate abbiamo
trovato una collaborazione piuttosto rara fra università e industria. Per
sviluppare questa speciale bilancia in grado di misurare non solo il peso ma
anche il volume di un oggetto qualsiasi sia la sua forma, quest’impresa si è
rivolta al Politecnico di Milano, o meglio a una sua società dedicata proprio
alla collaborazione con l’industria.
- Questa collaborazione col Politecnico nasce da
un’esigenza nostra, dei produttori, di strumenti di pesatura di allegare alla
pesatura anche sistemi di acquisizione del volume degli oggetti, dei colli.
Questo sistema richiedeva qualcosa di più sofisticato che non era nelle nostre capacità.
Abbiamo pensato di rivolgerci al Politecnico di Milano.
Collaborazioni come questa non sono tuttavia molto
frequenti in Italia Un confronto con la Germania è illuminante: il 14% della
ricerca nelle università tedesche è finanziata dalle imprese, segno che
qualcosa ricevono in cambio. In Italia i finanziamenti dell’impresa privata al
mondo accademico rappresentano soltanto l’1,3%.
Nuova tappa, stavolta in una media impresa con quasi
100 addetti. Le imprese medie, tra 50 e 250 adetti sono in Italia lo 0,5%
mentre in Germania sono cinque volte tanto. Qui si construiscono grandi
macchine utensili, gigantesche presse per sagomare i più diversi oggetti
metallici come bombole del gas, estintori, lavandini metallici, vasche, ecc.
Macchine abbastanza sofisticate che richiedono una progettazione complessa, una
costruzione di precisione e collaudi molto severi, che avvengono in questo
centro tecnologico. Qual è il mercato di queste enormi macchine che finiranno
in altre fabbriche?
-I nostri mercati principali in ordine di importanza
sono la Cina, la Germania e a seguire i Paesi emergenti, quindi con Brasile,
India, Russia e in generale i Paesi cosiddetti BRIC nei quali noi operiamo con
strutture di vendita proprie o con agenzie, e disponiamo, in questi Paesi che
sono i nostri principali mercati di sbocco, di un’assistenza postvendita diretta.
Quest’azienda di medie dimensioni ha quindi una sua
rete internazionale di vendita e assistenza. Ma per molte imprese italiane le
piccole dimensioni rendono
difficile lanciarsi in una dimensione globale planetaria, conquistare nuovi
mercati e intercettare la crescente domanda dei Paesi emergenti o addirittura
già emersi, soprattutto asiatici. Anche qui l’Italia arranca fra il 2000 e il
2010 non è riuscita a stare dietro alla crescita della domanda e ha perso quote
di mercato. La Germania non solo le ha mantenute, le ha aumentate. Ritorniamo
alla prima immagine del nostro servizio, la grande impresa con più di 250
addetti che ci viene subito in mente quando diciamo industria. Rappresenta soltanto una su mille delle
imprese italiane. Conclusione: nonostante le tante eccezioni ed eccellenze,
piccolo non è sempre bello. Le imprese italiane sarebbero molto più forti se
riuscissero a crescere.
- Ma è necessario crescere anche nel settore servizi
perché proprio qui si sono spostate gran parte delle attività imprenditoriali.
E anche qui le dimensioni sono troppo piccole rispetto alle grandi imprese che
hanno conquistato i mercati mondiali e si sono ramificate molto anche nel
nostro Paese.
Come ha detto un economista, noi abbiamo una diffusa
attività alberghiera, ma non abbiamo grandi catene di dimensioni
internazionali; abbiamo tante pizzerie e ristoranti, ma non una rete di grandi
firme che si estendono fuori dal nostro Paese; abbiamo tanti mobilifici, ma non
abbiamo un IKEA. Manca, insomma, una marcia in più, che è quella per riuscire a
conquistare mercati più ampi.
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